Delfini sempre più presenti, ecco come comportarsi
Vi è mai capitato di navigare e di incontrare dei delfini durante la vostra rotta? E’ un piacevole incontro che, chi va per mare, effettua abbastanza spesso anche nel Mediterraneo. Ma come bisogna comportarsi quando si avvista un cetaceo in mare? Come si fa a riconoscerne la specie? Le risposte alle vostre domande le fornisce la associazione Oceanomare Delphis Onlus che dal 1999 opera nel Mediterraneo studiando i cetacei e gli degli ecosistemi in cui abitano, attraverso un inteso lavoro di osservazione, conoscenza e informazione. Le attività di osservazione e ricerca che l’associazione porta avanti e che coinvolgono anche Università italiani ed enti di ricerca, interessano principalmente le zone dell’arcipelago Pontino-Campano, il litorale romano, le zone dell’arcipelago toscano, le isole Pelagie, le zone costiere del ravennate e del foggiano. Insomma, un’area molto estesa che richiede il coinvolgimento di tutti i diportisti e appassionati del mare che, attraverso le segnalazioni dei loro avvistamenti, possono contribuire al progresso della ricerca scientifica effettuata da Oceanomare Deplhis Onlus (ODO).
“Abbiamo a disposizione una barca a vela del 1931, il Jean Gab, che utilizziamo per le nostre spedizioni e ricerche nel sud Pontino e nel napoletano – ci dice Carlotta Vivaldi, vicepresidente di ODO – grazie alla strumentazione di ricerca che abbiamo a bordo come idrofoni, altoparlanti subacquei, macchine fotografiche e videocamere che ci permettono di riprendere e identificare i cetacei presenti in queste zone per capire se sono abitualmente presenti in queste aree, studiare le loro modalità comportamentali e abitudini”. La regione di Ischia e Capri è una delle più interessati in quanto viene indicata come sito di alimentazione per le balenottere comuni (Balaenoptera physalus), sito di alimentazione e riproduzione per le stenelle striate (Stenella coeruleoalba), i grampi (Grampus griseus), i tursiopi (Tursiops truncatus) e i capodogli (Physeter macrocephalus). L’area è stata classificata come habitat critico per il delfino comune mediterraneo (Delphinus delphis) nell’ultimo Piano d’Azione per i Cetacei dell’IUCN (redlist.org).
Periodicamente Oceanomare Delphis organizza dei campi studio a bordo del Jean Gab: “A bordo si tiene un corso di cetologia sulla ricerca sui cetacei nei mari italiani, le aree chiave per lo studio di balene e delfini in Mediterraneo, conservazione e salvaguardia, evoluzione, adattamento all’ambiente acquatico, classificazione, approfondimento sui cetacei del Mediterraneo e delle specie studiate, la bioacustica, il comportamento sociale, le interazioni con la pesca, la pesca nei mari italiani” prosegue Carlotta. I volontari che partecipano alla campagne studio vengono coinvolti in lezioni pratiche che consistono nell’attività di avvistamento, che avviene nel corso della navigazione, per cronometrare i tempi di apnea, contare il numero degli individui, fotoidentificare le pinne dorsali. Ci si potrà poi esercitare con l’idrofono per imparare a distinguere i rumori del fondo del mare e le diverse vocalizzazioni dei cetacei. Per saperne di più online trovi il PROGRAMMA e le modalità di adesione.
“Ma la cosa a cui teniamo di più è la collaborazione di quanti frequentano il mare per la segnalazione degli avvistamenti – aggiunge Carlotta – perché più dati abbiamo, più precisi e attendibili saranno i nostri studi”. Per fare gli avvistamenti basta compilare una scheda presente sul sito internet dell’associazione. “Sembra complessa, ma in realtà prevede pochi dati. Suggeriamo sempre di averne una copia stampata a bordo e di compilarla appena si avvista un cetaceo, in modo da non dimenticare nessun dettaglio” ha concluso Carlotta. E allora, potete scaricare la scheda di Avvistamento QUI e collegarvi al sito http://www.oceanomaredelphis.org per ogni altra informazione sulle attività dell’associazione.